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Ming-Mang

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Introduzione
Ming Mang
Introduzione
Ming Mang è un gioco tradizionale tibetano. In Tibet il termine "Ming Mang" viene anche usato come sinonimo di "gioco da tavolo" ed anche per altri giochi, come, ad esempio, il Go Tibetano (che utilizza un tavoliere 17x17). L'ortografia corretta dovrebbe essere Mig Mang(s) o Mig-Mang(s) con pronuncia Ming Mang o anche Mi Mang. Il gioco è noto anche come Gundru (o Gun-dru). Il gioco è molto popolare fra i monaci tibetani ed anche fra le famiglie aristocratiche prima dell'invasione cinese del Tibet del 1950. I tibetani nella loro diaspora hanno giocato Ming Mang sui tavolieri che hanno avuto a disposizione: così il gioco è stato giocato e viene tutt'ora giocato su tavolieri di varie dimensioni (19x19, 17x17, 8x8, ecc.).
La cattura è per custodia, come nell'Othello o nell'Hasami Shogi, ma solo in senso ortogonale. Anche l'esito della cattura ricorda l'Othello: le pedine catturate vengono sostituite con quelle dell'avversario. Le pedine possono muovere ortogonalmente di un qualsiasi numero di caselle, come la Torre nel gioco degli Scacchi. L'obiettivo è catturare tutti i pezzi avversari.
Il gioco viene citato nell'opera di H.J.R. Murray A History of Chess (1913), che propone anche il nome alternativo "Molti Occhi". Nel 1926 Rin-chen Lha-mo pubblica We Tibetans e propone alcune varianti del gioco in relazione alla cattura delle pedine sui bordi o alla possibilità di catturare per salto, come nella Dama, nel caso in cui un giocatore rimanga con un solo pezzo a disposizione sul tavoliere.

Ultimo aggiornamento: 27/03/2024
© Marino Carpignano 2002-2024
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